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Parte I, Capitolo XXXI - Dei piacevoli ragionamenti che seguirono tra don Chisciotte e il suo scudiere Sancio Panza con altri successi.
Don Chisciotte e Sancio Panza
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CHISCIOTTE: Ah, essa è liberale estremamente e se non ti diede un gioiello d’oro sarà ciò derivato per non averlo alle mani, ma ci è sempre tempo, e quando la vedrò io farò in modo che ti regali quanto ho detto. Ma sai tu, Sancio, di che sono io adesso trasecolato? Del tuo andare e tornare quasi per aria, poichè non hai impiegati tre interi giorni tra l’andata e il ritorno da qui al Toboso, ch’è la distanza di trenta leghe, di maniera che io debbo supporre che quel savio negromante che veglia sopra le cose mie, e mi è amico, e senza la cui attenta e continua assistenza io non potrei mai riuscire buono e perfetto cavaliere errante, non avrà mancato di prestarti in tutto il viaggio grandi soccorsi senza che punto te ne avvedessi. V’hanno dei savii che prendono un cavaliere errante addormentato nel proprio letto, e senza sapere il come e il donde, egli trovasi poi lontano nella seguente mattina più di mille leghe dal luogo dove si mise a passar la notte: e se così non fosse non potrebbero i cavalieri erranti assistersi vicendevolmente nei loro pericoli come fanno ogni giorno. Occorre talvolta che uno stia nelle montagne dell’Armenia combattendo con qualche dragone o con qualche fiera fantasima o con qualche esimio cavaliere, ed avendo la peggio nella battaglia trovisi al punto di morte; ma quando meno sel crede, eccoti comparire portato da una nuvola o da un carro di fuoco qualche altro cavaliere amico venuto in poche ore dall’Inghilterra; e aiutato da lui, resta libero dalla morte, e trovasi la notte in casa sua a lieta e gradita cena; eppure erano distanti l’uno dall’altro ben tremila leghe; ma tutto ciò si opera per via della industria e dell’arte di questi savii incantatori che hanno in custodia cavalieri sì valorosi. Per tutte queste cose io non ho, Sancio mio buono, veruna difficoltà a credere che in sì breve spazio di tempo tu sia andato e tornato di qua al Toboso, e ripeto che indubitamente qualche savio dee averti fatto viaggiare per aria senza che tu te ne sia accorto.