Seite 6 von 8
Atto III
Oreste, Pilade, Electra e il coro.
Buch kaufen
ORESTE:
A questa terra e al tumulo del padre
chiedo ch’esito il sogno abbia per me:
e ben mi sembra ch’esso a me s’attagli.
Ché se quel serpe, dallo stesso grembo
ond’io son nato, uscí, se nelle fasce
mie fu ravvolto, e sugge’ la mammella
che me nutriva, ed un grumo di sangue
mischiò nel latte, ed essa nel terrore
per lo strazio geme’; conviene adesso
che, come un mostro orrendo ella nutrì,
morte abbia dura: e, come il sogno dice,
io, fatto serpe, morte le darò.
[...] Sarà breve discorso. Elettra in casa
rientri, e voi tacete i miei disegni,
sicché quei due che con la frode uccisero
l’uomo onorato, per la frode muoiano,
presi nel laccio istesso. E cosi pure
predisse Febo, il Nume ambiguo; e mai
per l’innanzi non fu falso profeta.
Dunque, in arnese da viaggio, e simile
a stranïero, sosterò con Pilade
presso la porta della reggia: entrambi
parleremo la lingua del Parnasso,
l’accento imiteremo della Fòcide.
Niun dei custodi ci farà buon viso,
poi che la reggia è asilo ai mali spiriti.
Rimarremo cosí, fin che, qualcuno
giunga presso la reggia, e qui ci scorga,
e dica: « Egisto sa che giunto è un ospite,
e lo respinge dalle porte? Come?».
Or, se le soglia della porta io varco,
e sul trono di mio padre lo colgo,
o se, venendo contro me, mi volge
una parola, o gli occhi su me gitta,
prima che dica: — Donde, ospite, giungi? —
lo colpirò con la veloce spada,
morto lo stenderò. Berrà l’Erinni
da questa terra rossa, un pretto sangue,
la sua sete di sangue estinguerà!
(Ad Elettra.)
Or nella casa veglia tu, ché tutto
all’esito concorra. E voi, sappiate
con opportuno labbro, ora tacere,
or favellare, al punto giusto. Il resto
lo rimetto ad Apollo. Egli m’assista
che m’indusse alla lotta e allo sterminio.
(Elettra si allontana a destra, verso la reggia. Oreste e Pilade escono da sinistra. Le ancelle dalla tomba di Agamènnone scendono in orchestra, e circondano l’ara di Diòniso.)