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Atto II
Il Salsicciaio con il coro.
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SALSICCIAIO:
Sí, mette conto udir come l'andò!
Io di qui mi scagliai súbito, dietro
le sue péste. In Consiglio rimbombavano
i paroloni suoi già come tuoni,
franavan come rupi; ed investiva,
ciurmando, i Cavalieri, e sciorinava
congiure. Tutt'orecchi era il Consiglio,
e v'attecchían le sue fandonie come
zizzania; e i consiglieri, accipigliati,
facean la grinta di chi biascia senapa.
Quand'io badar li vidi a quelle chiacchiere,
ed abboccare a quelle ciurmerie:
- Oh Geni miei, sclamai, Trappole, Bindoli,
Broccoli, Gabbamondi, Mascalzoni,
oh Piazza ove educato io fui fanciullo,
audacia ora mi date, lingua sciolta,
voce sfasciata... - mentre sí dicevo,
un rottinculo a dritta scorreggiò!
La terra io bacio, con una culata
sfondo il cancello, e sgangheratamente
urlo: «Buone notizie, oh consiglieri!
E questa prima vi darò. Da quando
scoppiò la guerra, non ho visto mai
le acciughe a sí buon prezzo!» - Tornò subito
la bonaccia sui volti, e una corona
per la fausta novella al crin mi cinsero.
Ed io, con gran mistero, allor propongo
che per aver le acciughe a miglior prezzo,
di piatti incetta e di vassoi si faccia.
Scoppiano applausi, mi guardano tutti
a bocca aperta. Allora il Paflagone
impensierito, e conoscendo bene
quali argomenti piacciono al Consiglio,
fa una proposta: - Per le buone nuove
ricevute, propongo, o cittadini,
che cento buoi s'immolino alla Diva! -
Il Consiglio approvò pure i suoi detti.
Visto che lui col fimo m'affogava,
presi il disopra, col propor duecento
bovi, e mille capretti in olocausto
alla Dea cacciatrice, per domani,
se le sardelle andranno cento all'obolo!
Ed il Consiglio, a pendere di nuovo
dalle mie labbra. Quello, udito ciò,
perse le staffe, e prese a sbalestrare;
e i pritani e gli arcieri lo acciuffarono,
per espellerlo; e tutti i consiglieri
a schiamazzare per le acciughe, in piedi.
Quello li scongiurava che restassero:
«State almeno a sentir l'ambasciatore
degli Spartani! Viene per la pace!»
Ma strillarono tutti ad una voce:
«La pace adesso? Perché avranno udito,
citrullo, che da noi le acciughe vanno
a buon mercato: non vogliamo pace!
Duri la guerra!» - Ed urlano ai pritani
di scioglier la seduta; e d'ogni parte
scavalcano le barre. - Io, via! Sgattaiolo
a fare incetta di quanti coriandoli
e quanti porri trovo in piazza. Quelli
non ne trovano piú. Li offro ad ufo
io, per favore! Applausi e mirallegri
non finivano piú. Sicché il Consiglio
me lo son guadagnato con tre soldi
di coriandoli! E adesso, eccomi a voi!