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Atto II
Rosaura e Sigismondo.
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ROSAURA: [...] o valoroso Sigismondo, a cui spetta il vendicarti, giacché il cielo rompe il duro carcere dove la tua persona fu una fiera al sentimento, ed un macigno alle sofferenze, prendi le armi contro tuo padre e la tua patria, vengo ad aiutarti, mischiando ai ricchi ornamenti di donna gli arnesi di Diana e di Pallade, indossando le tele e le armi che congiuntamente mi adornano. Coraggio adunque, forte capitano ; giova ad entrambi di impedire queste nozze ; a me perchè non si sposi chi si chiama mio sposo; a te perchè, unendo i loro Stati, non mettano, con più potere e maggior forza, la nostra vittoria in dubbio. Come donna vengo a persuaderti del rimedio dell'onor mio ; e come uomo vengo ad incoraggiarti perchè tu ricuperi la tua corona. Donna vengo ad intenerirti prostrandomi a' tuoi piedi; ed uomo vengo a servirti con il mio acciaio e la mia persona. Epperò rifletti che se come donna m'innamori, come uomo avrai la mia vita in onorata difesa dell'onor mio ; perchè nella conquista amorosa, bisogna che sia donna per darti querele; e uomo per acquistare onori.