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Atto IV
Clitennestra con il coro.
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Sulla soglia della reggia, con la bipenne ancora in mano, macchiata di sangue, appare Clitennestra.
CLITENNESTRA:
Dire l'opposto a quanto prima io dissi
per opportunità, non è vergogna.
Come, se no, chi contro ai suoi nemici
che gli sembrano amici, un danno trama,
tale una rete di sciagure tendere
potrebbe mai, che nessun balzo valga
a superarla? Da gran tempo già
questa riscossa dell'antica lotta
m’era prevista - e fosse pur da lungi. -
Ed ora, dove il colpo vibrai, sto:
e ordii la trama, non lo nego, in guisa
ch’egli né fuga né difesa avesse.
Gli stringo intorno, come a squalo immensa
rete, la pompa di funerea veste:
lo colpisco due volte: e con due ululi
abbandona le membra: sul caduto
il terzo vibro, e all’Ade sotterraneo,
protettore dei morti, il voto sciolgo.
Cosí piombando, l’alma esala: fuori
soffia una furia di sanguigna strage,
e me colpisce con un negro scroscio
di vermiglia rugiada, ond’io m’allegro
non men che per la pioggia alma di Giove,
nei parti della spiga, il campo in fiore.
Questi gli eventi. E voi, dunque, allegratevi,
se allegrar vi potete, o vegli d’Argo:
io m’esalto! Libar sopra il cadavere,
deh!, si potesse! Giustizia sarebbe,
piú che giustizia! Costui nei suoi tetti,
colmò una coppa d'esecrandi mali:
egli stesso, al ritorno, la vuotò.